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Banca Agricola Italiana

Torino (TO)

Data di costituzione: 27 dicembre 1918

Data di fallimento: 1932

Torino (TO)

La Banca Agricola Italiana (BAI) nasce a Torino il 27 dicembre 1918. La sua costituzione si deve al banchiere torinese Angelo Cravario, figlio del fondatore – anch’egli di nome Angelo – della banca privata Angelo Cravario & C. (Torino, 1873). La Banca Angelo Cravario viene quindi incorporata nella BAI. Nel giugno 1921 il finanziere biellese Riccardo Gualino acquista il controllo dell'istituto. Nel 1923 Angelo Cravario cede le proprie azioni a Gualino e lascia la carica di amministratore delegato dell'istituto a Paolo Pedrotti, uomo di fiducia dell'imprenditore biellese, sotto la cui gestione la BAI viene utilizzata per sostenere le imprese di Gualino, soprattutto la Snia-Viscosa. A tal fine, l'istituto mette in campo una serie di misure per incrementare la raccolta di fondi. In particolare, oltre a concedere tassi d'interesse molto alti sui depositi vincolati, amplia la rete delle dipendenze e assorbe altri istituti. Infatti, nel 1922 l'istituto di credito torinese assorbe la Banca Agricola Industriale di Casale Monferrato e, sempre nei primi mesi del 1922, avvia una strategia di penetrazione nel territorio comasco e varesino. L'espansione della BAI prosegue negli anni successivi attraverso l'acquisizione nel 1924 del Credito Piemontese e nel 1927 della Banca Biellese e della Banca Generale della Penisola Sorrentina. La rete di filiali si estende in quasi tutte le regioni italiane. Nonostante l'alto livello di raccolta, l'istituto ha però scarsa liquidità e inizia a registrare perdite di esercizio, a causa di un eccesso di immobilizzi a favore delle imprese di Gualino (nel 1928 le sofferenze raggiungono circa i 2/3 dell'attivo di bilancio). Ciò provoca le dimissioni di Pedrotti, sostituito da Francesco Tibò. La difficile situazione della BAI è peraltro aggravata dalle vicende altrettanto complesse di Riccardo Gualino, che nel 1929 chiede aiuto alla Banca d'Italia e al Ministero del Tesoro, con i quali viene stabilita una convenzione per salvare la Banca Agricola Italiana. Il tentativo di salvataggio fallisce, costringendo così Gualino a cedere progressivamente la propria quota sociale, acquisita dalla Banca d'Italia, e ad avviare un processo di smembramento della rete delle filiali che finiscono per essere acquisite da diversi istituti di credito, tra i quali il Monte dei Paschi di Siena, l'Istituto San Paolo di Torino, la Banca Nazionale del Lavoro e la Banca Commerciale Italiana. Nel 1932, la BAI entra in liquidazione.


Numero del tribunale: To 22/1919

Sede legale

  • Torino (TO)

Capitale sociale

  • [27 dicembre 1918] 1.000.000 Lire italiane [Capitale statutario 25.000.000]
  • [8 febbraio 1919] 4.000.000 Lire italiane
  • [16 aprile 1919] 3.000.000 Lire italiane
  • [31 marzo 1920] 10.000.000 Lire italiane
  • [1924] 75.000.000 Lire italiane

Forma giuridica

  • [27 dicembre 1918] Società anonima

Categoria bancaria

  • [27 dicembre 1918] Società ordinaria di credito

Fonti archivistiche

  • Camera di Commercio di Torino (Torino)
    Cancelleria commerciale del Tribunale di Torino - Registro delle società commerciali, serie Registri
    Registro n. 26
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia, sottofondo Vigilanza (1926-1961)

Fonti bibliografiche

  • La Banca d'Italia e il sistema bancario, 1919-1936, Guarino Giuseppe, Toniolo Gianni (a cura di), Roma-Bari, Laterza, 1993
  • Le società quotate alla Borsa valori di Milano dal 1861 al 2000, De Luca Giuseppe (a cura di), Milano, Libri Scheiwiller, 2002
  • Bermond Claudio, Riccardo Gualino finanziere e imprenditore. Un protagonista dell'economia italiana del Novecento, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2005

Autore: Enrico Berbenni | Ultima modifica: 20 dicembre 2022