Banca fondata nel 1850 da Gerolamo Gramatica. In seguito alla morte del titolare nel 1901, l’azienda continua in nome collettivo (notaio Caviglia di Genova 16/03/1901) tra la signora Enrica Gramatica, figlia del de cuius, e dai suoi due generi Emanuele Corso e Cesare Queirolo. Mancato nel 1919 Emanuele Corso, la società viene sciolta e con atto notarile la continuazione della banca passa nelle mani di Enrica Gramatica, unica proprietaria, sostituendo il nome della Banca da G. Gramatica in E. Gramatica.
Dalla visita ispettiva del 1933 si evince che già dagli anni Venti ragioni di prudenza hanno consigliato alla proprietaria di diminuire l’attività fin quasi ad annullarla. La signora Gramatica durante l’ispezione dichiara di aver tenuto in vita la banca qualora qualcuno dei suoi congiunti desiderasse "darle nuova vita". Infatti nella relazione viene definita come una modesta ditta bancaria con un patrimonio di 16.733 lire.
Alla metà degli anni Trenta è al centro di uno scandalo poiché l'impiegato Andrea Bacigalupo emette abusivamente "per conto proprio e a proprio vantaggio" una certa quantità di libretti di risparmio, parte su stampati intestati alla banca e parte senza intestazione. Enrica Gramatica, vedova Filippini, del tutto inconsapevole del fatto che il suo impiegato eserciti una notevole attività bancaria a scopo personale all’interno della sua banca, è costretta a licenziario. Anche a causa di questa vicenda la Banca E. Gramatica cessa l’attività nel luglio 1937, comunicandolo attraverso notizia pubblicata sulla stampa locale ('Giornale di Genova', 'Sveglia' settimanale di Chiavari).