Istituita nel 1914 con il nome di “Cassa rurale di prestiti di Coldirodi”. Si tratta di una piccola attività che svolge, a favore degli agricoltori locali, alcune operazioni di credito agrario per conto dell’Istituto di Credito Agrario della Liguria, sulle quali applica una provvigione dell’1% a compenso della prestazione. Nell’ispezione della Banca d'Italia effettuata nel 1931 non ha sede propria e uffici permanenti. Il Consiglio ed i soci si riuniscono in un locale messo a disposizione dal Comune; viene inoltre dichiarato dagli amministratori della Cassa che da anni non vengono più accettati i depositi e quelli che ci sono si stanno restituendo. Nel 1937 la Cassa rinuncia definitivamente alla raccolta del risparmio e si riduce a ente intermediario dell’Istituto Federale del Credito Agrario per il Piemonte e la Liguria. Nel 1938 diventa “Cassa rurale ed artigiana di Coldirodi”. Nel 1948 cessa ogni attività ma non viene disciolta sebbene ne venga consigliata la liquidazione da parte della Banca d’Italia, perché giudicata non utile all'economia locale. Nel 1956 reintegra il capitale sociale portandolo a 500.000 lire, chiede di essere trasformata in società a responsabilità limitata e di essere autorizzata alla raccolta del risparmio ed alla concessione del credito. Nel 1959 si fa riferimento al fatto che il 90% della popolazione lavoratrice di Coldirodi sia dedita alla floricoltura e che questo tipo di attività agricola richieda particolari immobilizi di capitale e necessiti di un accesso al credito come quello che può essere offerto dalla Cassa rurale del territorio. Il 4 luglio 1965 l'Assemblea soci delibera la liquidazione della banca.