Nel marzo 1873 viene costituita la Banca di San Remo, con capitale sociale di 1.000.000 di lire. La costituizione di questa banca si inserisce in un periodo di grande sviluppo della città dell'estremo ponente ligure: dopo il 1871, con il completamento della linea ferroviaria e l'allacciamento alle infrastrutture francesi, si assiste ad un grande incremento dei flussi turistici che richiede l'adeguamento dell'offerta dei servizi necessari, anche di quelli creditizi. Questi aspetti richiedono investimenti specie nell'ambito immobiliare. La crescita della domanda turistica, infatti, richiede la costruzione di hotel e ville di lusso. La Banca di San Remo si costituisce con la partecipazione di investitori privati, in parte non liguri, e di banche attive in altre parti della Penisola. La compagine societaria che la sostiene vede la partecipazione di azionisti della Toscana e del Lazio assieme ad esponenti della borghesia di San Remo fra cui il marchese Giuseppe Garbarino e il banchiere Antonio Rubino. Agli investitori privati si aggiungono poi la Cassa di Credito e Commercio di Firenze e la Banca Industriale e Commerciale di Roma. Tuttavia, malgrado le promettenti premesse, già dopo pochi mesi l'apertura degli sportelli la società si trova in difficoltà a causa del sopraggiungere della crisi finanziaria internazionale, tanto che i soci sono impossibilitati a completare il versamento delle azioni sottoscritte. Di fronte al procrastinarsi delle difficoltà, nel giungo 1876 ha inizio la procedura di liquidazione.