La Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Saint Denis (TO, dal 1927 AO) viene fondata l'11 aprile 1897, con atto rogato dal notaio Mus. Scopo della società, della durata prevista di 99 anni, è di favorire il "miglioramento morale ed economico dei suoi soci per mezzo di atti commerciali, escluso qualunque fine politico" (art. 2 dello Statuto). Possono fare parte della società solo persone giuridicamente capaci, di garantita onestà e moralità, che non siano notoriamente contrarie alla chiesa cattolica o al governo costituito, non facenti parte di altre società a responsabilità illimitata, iscritte nei registri della popolazione della parrocchia di Saint Denis o che vi tengano frequente dimora o continuate relazioni d'affari, in grado di scrivere il proprio nome (art. 4 dello Statuto). Gli 11 soci fondatori sono tutti residenti in Saint Denis. Tra di essi figurano due sacerdoti (uno è il parroco locale don François Fosson), mentre i restanti sono proprietari agricoli. Per circa una trentina d'anni esercita la carica di presidente Giuliano Colmar. Sin dagli inizi la società ha uno sviluppo limitato caratterizzato da un ristretto giro d'affari, circoscritto alla raccolta di depositi da investire in prestiti o titoli dello Stato, attività che si rivela comunque modestamente proficua. Alla fine del 1926 i crediti sociali ammontano a circa 106.000 lire, equamente ripartiti tra prestiti ai soci e titoli dello Stato, mentre il "patrimonio sociale" segnalato nel 1928 ammonta a 6.184 lire. Sulla scorta della peggiorata situazione economica generale, dalla seconda metà degli anni Venti la Cassa risulta tuttavia quasi del tutto inoperosa per penuria di mezzi e "incompetenza" da parte degli amministratori ("modesti proprietari di terreni, alla cui coltivazione si dedicano interamente"), tanto da giacere in uno stato di liquidazione di fatto e nell'impossibilità di soddisfare le ragioni dei depositanti. Dal Bilancio d'esercizio del 1930 vengono inoltre stralciati titoli di proprietà in buoni del Tesoro per 59.684 lire depositati presso il fallito Crédit Valdôtaine, dove erano impegnati gran parte dei capitali della società. Le conseguenti perdite sono aggravate, a livello contabile, da "inesattezza di dati", "errata impostazione del bilancio", "evasive indicazioni sul deposito dei titoli". L'ultimo bilancio annuale presentato dagli amministratori risale al 31 dicembre 1931, data in cui la Cassa è gravata da perdite per 48.024 lire, a fronte di depositi fiduciari ammontanti a 51.924 lire. A seguito di istanza di fallimento inoltrata dagli amministratori, nel novembre del 1932 la società viene dichiarata fallita dal Tribunale di Aosta, che procede alla nomina del curatore fallimentare. Quest'ultimo riesce a recuperare dai soci illimitatamente responsabili ("poveri contadini ed in maggioranza analfabeti") le somme necessarie a tacitare al 100% tutti i creditori. Con sentenza del 29 luglio 1933 il Tribunale di Aosta dichiara quindi la cessazione delle procedure di fallimento della Cassa, ordinandone la cancellazione dal relativo Albo. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Regio Decreto di scioglimento del 13 settembre 1934, l'Assemblea dei soci approva in data 24 febbraio 1935 il Bilancio finale di liquidazione della Cassa e la Direzione generale del Tesoro ne notifica la cancellazione dall'Albo delle aziende di credito il 7 giugno 1935.