Con atto rogato dal notaio Alberione, il 10 ottobre 1909 viene fondata la Cassa Rurale di Savigliano (CN), posta sotto la ragione sociale "Allocco, Bertino, Franco e C.". Tra i 61 soci fondatori, tutti residenti in Savigliano, figurano tre sacerdoti, di cui uno è il locale prevosto don Gio. Battista Mariano. All'atto dell'iscrizione, i soci versano una quota sociale di 1 lira. Scopo della società, della durata prevista di 99 anni, è di "migliorare le condizioni morali ed economiche dei suoi soci", avendo per oggetto "l'esercizio del credito e di atti commerciali a loro esclusivo vantaggio" (art. 2 dello Statuto). Dopo il deposito del verbale assembleare del 30 marzo 1924, in cui si rileva la grave condizione in cui la società si trova a seguito del fallimento della Cassa Rurale di Bagnolo Piemonte, con sentenza del 23-25 aprile 1924 la Cassa viene posta in liquidazione dal Tribunale di Cuneo, che nomina liquidatore il dott. Andrea Boffa. Con la redazione del Bilancio di esercizio del 1929 la procedura liquidatoria raggiunge l'esito prefissato, ma la chiusura definitiva della società è ritardata da varie controversie legali pendenti e in particolare da quella intentata dalla Cassa Rurale di Cavallermaggiore per un deposito di circa 478.000 lire versato alla Cassa di Bagnolo Piemonte e da questa fatto poi fittiziamente figurare come effettuato alla consorella di Savigliano, la quale si aggiudica infine la causa nel 1932. Il Bilancio finale di liquidazione, redatto al termine del medesimo anno e approvato dall'Assemblea il 26 marzo 1933 (330 soci), viene presentato presso la Cancelleria del Tribunale di Cuneo il 4 maggio 1934.