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Banca Emanuele Cassin

Cuneo (CN)

Data di costituzione: 1860

Data di fallimento: 17 maggio 1929

Cuneo (CN)

La Banca Emenuele Cassin viene fontata a Cuneo nel 1860, come ditta bancaria di proprietà di Emanuele Cassin. Nato nel 1823, Cassin diviene ben presto uno degli imprenditori più in vista del capoluogo in ambito creditizio e della seta, ricoprendo anche diverse cariche pubbliche. Per esempio, è presidente della piccola Comunità israelitica cittadina dal 1869 al 1880, sindaco di Roccasparvera dove possiede alcune proprietà e consigliere comunale dal luglio 1872 fino alla sua morte avvenuta nel 1882. La Banca viene quindi trasformata in società in nome collettivo, fra Ezechiele Cassin (figlio di Emanuele) ed Ezechia Lattes (cognato di Emanuele). Nel 1885 la compagine sociale subisce una variazione a causa della morte di Ezechiele Cassin. Sul finire del secolo, la Banca Emanuele Cassin ha raggiunto un più che discreto volume di affari ed è corrispondente di due tra i maggiori istituti di credito nazionali: la Banca Commerciale Italiana e il Credito Italiano. Il 1° gennaio 1909 la società passa nelle mani di Marco e Eugenio Cassin. Nel frattempo, Marco Cassin ha iniziato una brillante carriera non solo a livello politico ma anche nelle istituzioni economiche provinciali. Nel 1887, era entrato nel Consiglio comunale di Cuneo e, due anni dopo, era stato nominato consigliere della locale Camera di Commercio. Promotore di diverse iniziative economiche - la costruzione della linea ferroviaria Cuneo-Nizza e la realizzazione della stazione dell'Altipiano - è autore di diversi scritti riguardanti i problemi dell'organizzazione commerciale e dell'esportazione, lo sviluppo della rete di trasporti e il miglioramento del settore agricolo. Nel 1913 viene eletto deputato mentre già dal 1906 e per circa 20 anni ricopre la carica di presidente della Camera di Commercio e Industria di Cuneo. Tra i fondatori della sezione italiana della Camera di Commercio Internazionale, nel 1918 diventa presidente dell'Unione delle Camere di Commercio Italiane. Diverse anche le cariche ricoperte dall'avvocato Cassin all'interno di importanti aziende piemontesi quali ad esempio la Società Telefonica Alto Piemonte, la S.A. Idroeletrica Monviso e la S.T.I.P.E.L.. In seguito al decesso di Eugenio, il 30 dicembre 1919, la banca diventa di proprietà di Marco Cassin e viene trasformata in una società in nome collettivo di cui fanno parte, oltre a Marco, il figlio Carlo e l'ing. Giuseppe Momigliano. Oltre alla grande sede di piazza Vittorio Emanuele a Cuneo, la banca opera anche attraverso le succursali di Demonte, Caraglio, Dronero, Tenda, Ventimiglia e Cherasco in casa De Benedetti, per un totale di oltre una decina di persone tra personale direttivo e amministrativo. La Banca gode di grande fiducia presso il pubblico dei risparmiatori per la reputazione dei Cassin che, oltre all'attività di banchieri, ricoprono incarici pubblici e sono impegnati nella comunità israelitica. L'impresa aveva anche proseguito la propria attività nel settore serico e risulta proprietaria di una filanda a Bernezzo e di una stabilimento per la lavorazione dei bozzoli a Caraglio. Fino al 1919 la banca si occupa di raccolta in deposito del risparmio che viene in parte investito in titoli di Stato e in parte facendo credito a una conosciuta clientela di imprenditori, artigiani e commercianti. Negli anni Venti, come riporta la documentazione conservata nel fascicolo camerale, l'impresa lavorava anche come agenzia di trasporti marittimi per la Navigazione Generale Italiana mentre nuove agenzie venivano aperte a Torino e Vinadio. Nella seconda metà dello stesso decennio la banca affronta l'anomala situazione creditizio-finanziaria che si crea nella provincia di Cuneo, in conseguenza del panico diffusosi fra i risparmiatori per il fallimento della Banca Andreis di Torino, la quale operava largamente in quel vasto territorio. Gli istituti che subiscono maggiormente il ritiro di depositi sono appunto la Banca Emanuele Cassin, il Piccolo Credito di Cuneo e la Banca Provinciale di Cuneo. Nell'aprile 1927 muore Marco Cassin che per lungo tempo ha amministrato la banca. Il 21 maggio 1927, viene costituita la società in nome collettivo Banca Emanuele Cassin tra Carlo Cassin, il cugino Alessandro Cassin e Giuseppe Momigliano, come continuazione della ditta precedente, con capitale di 1.200.000 lire. A quella data, con un volume di depositi superiore ai 33 milioni di lire, la situazione della banca è in via di progressivo peggioramento. Le prime perdite, infatti, si verificano nelle sedi di Torino e Ventimiglia a causa all’inadeguata preparazione dei dirigenti e del personale e all’insufficiente organizzazione amministrativa e contabile. La notizia della malattia che aveva colpito Marco Cassin e poi quella della sua scomparsa avevano provocato una maggiore sfiducia nelle prospettive della banca e una conseguente corsa agli sportelli di numerosi clienti che volevano il rimborso di quanto depositato. Inoltre sono numerose le filiali di nessun rendimento, aperte in varie località in provincia di Cuneo, ed emergono alcune operazioni infelici legate a dissesti di ditte in cui la banca ha investito. Non vengono tenuti aggiornati i libri contabili che quindi non sono nemmeno presentati. Tra il 1928 e il 1929, la deflazione monetaria porta ad una maggiore difficoltà nel recupero dei crediti proprio mentre gli immobili di proprietà perdono di valore e garantiscono un reddito inferiore a prima. Brutte notizie arrivavano anche dall'attività serica e a poco servono i tentativi di salvataggio attuati attraverso la vendita degli immobili di proprietà di Marco Cassin e al contributo finanziario di 4 milioni di lire da parte della vedova, la sig.ra Rosselli. L'ispezione della Banca d'Italia rileva, inoltre, una cattiva gestione contabile. Il 17 maggio 1929 la Banca è messa in liquidazione. Il passivo supera i 20 milioni e così il 19 novembre i soci si vedono costretti ad avviare la proceduta fallimentare che si concluderà nel luglio del 1936. Il 15 novembre 1929 è pubblicato il Decreto Ministeriale (Ministero per le Finanze) recante l'autorizzazione alla Societa anonima Credito Italiano a sostituirsi nella filiale di Ventimiglia alla Banca Cassin di Cuneo (Gazzetta Ufficiale 27 novembre 1929).


Sede legale

  • Cuneo (CN)

Capitale sociale

  • [1919] 1.200.000 Lire italiane
  • [21 maggio 1927] 1.200.000 Lire italiane

Forma giuridica

  • [1860] Ditta individuale
  • [1882] Società in nome collettivo
  • [1885] Società in nome collettivo
  • [1 gennaio 1909] Società in nome collettivo
  • [21 maggio 1927] Società in nome collettivo [Rogito notaio Annibale Germano di Collegno]

Categoria bancaria

  • [1860] Ditta bancaria
  • [1882] Ditta bancaria
  • [1885] Ditta bancaria
  • [1 gennaio 1909] Ditta bancaria
  • [21 maggio 1927] Ditta bancaria

Fonti archivistiche

  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia, sottofondo Vigilanza (1926-1961)
    Vigilanza sulle Aziende di Credito, pratt., n. 6806, fasc. 2
  • Camera di Commercio di Cuneo (Cuneo)
    Camera di commercio di Cuneo, Registro imprese - Fascicoli
  • Camera di Commercio di Torino (Torino)
    Camera di commercio di Torino, Registro Ditte - serie Registri
    Regg. 1-11

Fonti bibliografiche

  • La Sentinella delle Alpi, 1850-cessato (11 aprile 1927, p. 3)
  • Gozzini Umberto, Dizionario delle banche, banchieri e casse di risparmio d'Italia, Ancona, Stab. Tipografico del commercio, 1924
  • La Guida, 1945-in attività (19 marzo 1993, p. 3)
  • CuneoSette, 1997-in attività (20 aprile 2010, p. 8)
  • Annuario delle Banche e Banchieri d'Italia. (anno 1929-1930, Roma, 1929)

Autore: Luciano Maffi | Ultima modifica: 16 dicembre 2022