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Cassa di Risparmio di Alessandria

Alessandria (AL)

Data di costituzione: 21 agosto 1838

Data di incorporazione: 13 febbraio 2012

Alessandria (AL)

La fondazione della Cassa di risparmio di Alessandria si colloca in un periodo caratterizzato da spinte riformistiche dei gruppi dirigenti subalpini. Nelle principali cittadine del regno piemontese si assiste alla formazione di numerose piccole casse di risparmio che si richiamano al modello sperimentato a Torino nel 1827. Con testamento del 17 agosto 1835, l'avvocato Pietro Parvopassu, di Alessandria, lascia alla città un legato di 2000 lire, quale primo fondo per la fondazione di una cassa di risparmio “per assicurare ai miseri, non una piccola rinuncia nel presente, una risorsa per l'avvenire”. Nella seduta dell'11 maggio 1836, il Consiglio comunale delibera la nomina di una commissione per predisporre il progetto per la istituenda cassa di risparmio, che è approvata dal Ministero dell'Interno il 17 giugno 1837. Viene quindi stabilito un fondo iniziale di almeno 10.000 lire, da formarsi mediante pubblica sottoscrizione, fondo raccolto pochi mesi dopo. Fra i suoi sottoscrittori (127), accanto a qualche modesto benestante, artigiano e agricoltore, compaiono i nomi di tutto il patriziato alessandrino. Costituita così, nel 1837, la Cassa di Risparmio di Alessandria, ne viene definitivamente riconosciuta la personalità giuridica da Re Carlo Alberto, con Regio brevetto del 21 agosto 1838. L'attività vera e propria della Cassa inizia però solo il 1° giugno 1840, incontrando subito il favore di tutta la cittadinanza e delle zone vicine. Una lieve crisi si verifica alla fine della Prima guerra di indipendenza, a causa della quale vengono ritirati molti depositi, ma alla fine ritornano a fluire normalmente, tanto che alla chiusura dell'esercizio 1849 essi ammontano a 170.471 lire. A partire dal 1858 gli amministratori della Cassa sono sempre nominati dal Consiglio comunale. Alla fine del 1880 il patrimonio ammonta a 78.924 lire e gli utili superano le 20.000 lire annue, mentre in precedenza si erano mantenuti su una media di 5-6.000 lire. Nei successivi vent’anni l'incremento è notevole: il patrimonio, nonostante le somme erogate in beneficenza, raggiunge 1.157.000 lire e i depositi si aggirano intorno ai 10 milioni. Fino al 1910 la Cassa di Risparmio non apre proprie filiali, un ritardo che probabilmente ne rallenta lo sviluppo. In quell'anno il Consiglio di amministrazione dà esecuzione a un programma di espansione territoriale, aprendo le seguenti dipendenze: Valenza Po (1913), Felizzano (1914), Castellazzo Bormida (1914), Montemagno (1919), Arquata Scrivia (1920), Cassine (1925), Frugarolo (1929), S. Salvatore Monferrato (1929), Rocchetta Ligure (1934), Silvano d’Orba (1939). Nei primi vent’anni del Novecento la cassa si sviluppa progressivamente, raggiungendo una massa di depositi pari a 49 milioni di lire e sostenendo ampiamente gli istituti pii e le opere ospedaliere attraverso la beneficenza. Uno sviluppo ancora più rapido si registra tra le due guerre mondiali, quando la cassa raggiunge un patrimonio di 15.600.000 e depositi pari a 139 milioni. Nel secondo dopoguerra la cassa cerca di ampliare la propria presenza territoriale nella provincia di Alessandria (17 sportelli nel 1950). Negli anni Cinquanta, la Banca d’Italia riconosce la solidità dell’istituto e la sua buona gestione. Nel 1991, a seguito del processo di privatizzazione del settore creditizio italiano, in attuazione della Legge 30 luglio 1990 n. 218, l'attività bancaria viene separata dalla tradizionale attività istituzionale ed erogativa: la prima è conferita alla Cassa di Risparmio di Alessandria Spa, mentre la seconda alla Fondazione cassa di risparmio di Alessandria. Nel 1995 la Cassa si unisce con le Casse di risparmio di Spezia e Carrara per formare la Carinord Holding. Nel 2002 la Cassa di Alessandria si stacca dal sindacato. Essa rimane attiva fino al 13 febbraio 2012, quando è incorporata nella Banca di Legnano (controllata al 100% dalla Banca Popolare di Milano) che a sua volta si fonde, il 14 settembre 2013, con quest'ultimo istituto. La Cassa ha 556 dipendenti, impiegati in 93 dipendenze, presenti in Piemonte e Liguria. Al momento della cessazione dell'attività, la Cassa è controllata per l'80% da Banca Popolare di Milano e per il restante 20% del capitale è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.


Sede legale

  • Alessandria (AL)

Capitale sociale

  • [1838] 10.000 Lire piemontesi [Fondo di dotazione]
  • [1907] 1.789.412,44 Lire italiane [Patrimonio(?)]
  • [31 agosto 1940] 15.600.000 Lire italiane [Patrimonio (fondo di dotazione più altri fondi)]
  • [27 ottobre 1959] 193.000.000 Lire italiane [Patrimonio (fondo di dotazione più altri fondi)]

Forma giuridica

  • [21 agosto 1838] Ente morale
  • [1991] Società per azioni

Categoria bancaria

  • [21 agosto 1838] Cassa di risparmio ordinaria

Fonti archivistiche

  • Archivio centrale dello Stato (Roma)
    MAIC, Direzione generale credito e previdenza, Industrie banche e società
    b. 21
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia, sottofondo Vigilanza (1926-1961)
    n. 2074, fasc. 1; n. 2076, fasc. 5

Fonti bibliografiche

  • Angiolilni Piero, Note storiche sulla cassa di risparmio di Alessandria in occasione del suo primo centenario, Casale Monferrato, Tip. Miglietta, Milano e C., 1939
  • Vassallo Nicola, Gli archivi storici delle aziende di credito in Piemonte, in Gli archivi degli istituti e delle aziende di credito e le fonti d'archivio per la storia delle banche. Tutela, gestione, valorizzazione, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1995, pp. 201-213; contiene la descrizione delle diverse categorie di banche con l'indicazione della consistenza dei loroprincipali archivi
  • Banche e sviluppo economico nel Piemonte meridionale in epoca contemporanea. Dallo Statuto albertino alla caduta del fascismo, 1848-1943, Bermond Claudio (a cura di), Torino, Centro Studi Piemontesi, 2001 (pp. 26, 51, 59)
  • Panero T., La Cassa di risparmio di Alessandria nel primo quarantennio del Nocevento, in Banche e sviluppo economico nel Piemonte meridionale in epoca contemporanea. Dallo Statuto albertino alla caduta del fascismo, 1848-1943, Bermond Claudio (a cura di), Torino, Centro Studi Piemontesi, 2001, pp. 269-282

Soggetto incorporato

Soggetto incorporante

· Banca di Legnano

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Autore: Enrico Berbenni | Ultima modifica: 19 dicembre 2022