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Cassa del Commercio e dell’Industria

Torino (TO)

Data di costituzione: 23 gennaio 1853

Data di incorporazione: 1863

Torino (TO)

Altre denominazioni

  • Cassa del Commercio [23 gennaio 1853]
  • Cassa del Commercio e dell’Industria [27 aprile 1856]

La Cassa del Commercio è costituita il 18 dicembre 1852 e riceve la sanzione regia il 23 gennaio 1853, con l’appoggio di Cavour e con la presenza tra gli amministratori dei maggiori nomi della Banca Nazionale. Tra gli azionisti figurano Carlo Bombrini, Domenico Balduino, Fratelli Bolmida, Defernex, Mestrezat e Parodi. Il capitale sottoscritto è inizialmente di 8 milioni di lire. Lo statuto contempla, tra le operazioni ammesse, anche anticipazioni su azioni e obbligazioni di società di strade ferrate e altre industrie. È questa, probabilmente, la vera operazione su cui puntano i banchieri privati, impegnati nel finanziamento del progetto cavouriano di costruzioni ferroviarie e di stimolo alle attività industriali. Dopo un anno di esercizio, il capitale sociale (versato per metà) viene raddoppiato. Una commissione d’inchiesta del 1859 afferma che la “Cassa...fu considerata dai suoi promotori come un oggetto di speculazione”. Dal 1856 la funzione di cassa di sconto è ufficialmente abbandonata, con un atto formale di ricostituzione della società, per impegnarsi in operazioni di credito mobiliare. Con atto del 27 aprile 1856 la società si ricostituisce, assumendo la denominazione Cassa del Commercio e dell’Industria-Credito Mobiliare, con un capitale nominale di ben 40 milioni, formato dal precedente capitale e da un aumento di 24 milioni, distribuito a metà fra il Rotschild e i vecchi azionisti. Il suo ambito di azione si proietta ben oltre il Piemonte: oltre all’impegno finanziario nelle compagnie ferroviarie piemontesi (soprattutto la Savigliano-Cuneo) e l’interessamento ai progetti di collegamento fra le linee ferroviarie piemontese, lombarda e dell’Italia centrale, il maggiore affare in cui si trova coinvolta la Cassa è la richiesta di concessione per una ferrovia in Svizzera, dal Canton Ticino al Lago di Costanza. Tale richiesta si inserisce nel quadro della lotta che oppone i Rotschild ai Pereire ormai in tutta Europa e di cui la Cassa del Commercio finisce per divenire una pedina. Affare nazionale è invece il finanziamento del traffico della seta con la vicina Lione e il tentativo di acquistare, tramite propri agenti, la produzione di sete della Romagna. La Cassa del Commercio incontra però da subito forti difficoltà: il collocamento del capitale risulta problematico e l’affare delle sete causa gravi perdite, mentre altri affari si rivelano subito pesanti immobilizzi, come gli ingenti crediti concessi alla Compagnia Transatlantica, società di navigazione fortemente voluta da Cavour, ma che non riesce a sostenersi economicamente. Il colpo di grazia viene all'inizio del 1857 dal rifiuto del Canton Ticino di approvare la concessione ferroviaria, rendendo quindi sproporzionato il capitale della società rispetto alle possibilità di trovare impieghi adeguati all'interno del Piemonte. L'improvvisa morte alla fine del 1856 di Luigi Bolmida, l'amico di Cavour e l'uomo che aveva tenuto i contatti con Rotschild, possono spiegare, assieme all’affare sfumato, il disimpegno della casa parigina nei confronti della banca. A due anni dalla sua fondazione, la Cassa del Commercio è già paralizzata, anche per l'improvviso venir meno del credito che, tramite corrispondenti, la Banca aveva all'estero. La società sarebbe caduta se non fosse intervenuta la Banca Nazionale e non vi fosse stata la spinta del governo, timoroso di scandali e crisi finanziarie, proprio alla vigilia della guerra con l'Austria. Il sostegno della Banca Nazionale, dalla fine del 1858, e per i primi sei mesi del 1859 rappresenta un vero e proprio salvataggio. Il successivo intervento dello Stato permette alla Cassa di riacquistare un po' di liquidità e di procedere nel 1860 a un riassetto patrimoniale, che si traduce in una riduzione del capitale a 10 milioni, mediante l'annullamento di 60.000 azioni. La Cassa, passata saldamente sotto la direzione di Domenico Balduino, prosegue i suoi investimenti ferroviari in Italia, coronando la sua parabola con la partecipazione alla costituzione della Società delle Strade Ferrate Meridionali. La nascita della più grande compagnia ferroviaria nazionale e le prospettive di grandi affari con lo Stato portano poi alla costituzione della Società Generale di Credito Mobiliare, in cui confluisce la Cassa del Commercio. Al nuovo istituto la Cassa conferisce il suo capitale e un importante patrimonio di legami fra i suoi amministratori, la dirigenza della Banca Nazionale e la classe politica di governo. La soluzione delle difficoltà della Cassa del Commercio contribuisce anche ad alleggerire la posizione della torinese Cassa di Sconto, che nel 1858 detiene 8.000 azioni della banca.


Sede legale

  • Torino (TO)

Capitale sociale

  • [1853] 8000000 Lire piemontesi [Capitale sottoscritto]
  • [1860] 10000000 Lire piemontesi

Forma giuridica

  • [23 gennaio 1853] Società anonima

Categoria bancaria

  • [23 gennaio 1853] Società ordinaria di credito

Fonti archivistiche

  • Archivio centrale dello Stato (Roma)
    MAIC, Direzione generale credito e previdenza, Industrie banche e società
    b. 241, fasc. 1420

Fonti bibliografiche

  • Polsi Alessandro, Alle origini del capitalismo italiano: Stato, banche e banchieri dopo l’Unità, Torino, Einaudi, 1993 (pp. 10-11 e 17-26)

Autore: Enrico Berbenni | Ultima modifica: 21 dicembre 2022