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Cassa di sconto camogliese

Camogli (GE)

Data di costituzione: 10 novembre 1870

Data di fallimento: 1886

Camogli (GE)

La Cassa di sconto camogliese nasce con scrittura privata del 10 novembre 1870, avendo per oggetto sociale "operazioni di sconto, anticipazioni ed altre operazioni di credito". La durata è inizialmente fissata in dieci anni, in seguito prorogata di altri dieci. Il capitale sociale, interamente sottoscritto, è stabilito in 500.000 lire. Quest'ultimo appare inizialmente poco frazionato, essendo diviso in sole 100 azioni nominative da lire 5.000 ciascuna; tuttavia, con delibera del 19 maggio 1872, le cento azioni sono convertite in 2.000 azioni da lire 250 ciascuna, probabile conseguenza di un allargamento della base sociale. Per il primo biennio la direzione della Cassa è affidata a Giambattista Degregori (il quale conserva la carica per tutta la durata della banca); vicedirettore è Giacomo Erasmo Mortola; consiglieri sono Agostino Schiaffino, Andrea Bozzo, Giuseppe Mortola, Giuseppe Schiaffino, Fortunato Figari e Nicolò Ansaldo. Negli anni Ottanta entra in uno stato di crescente difficoltà. Intorno alla metà di quel decennio, il capitale versato è di sole 50.000 lire, a fronte di un attivo totale di circa due milioni di lire prevalentemente impiegato in sconti a breve termine e in operazioni di riporto. Nel 1886 viene dichiarato il fallimento della Cassa, che cessa la sua attività, e gli amministratori condannati per bancarotta fraudolenta.


Sede legale

  • Camogli (GE)

Capitale sociale

  • [1870] 500.000 Lire italiane [Diviso in 100 azioni]

Forma giuridica

  • [1870] Società anonima

Categoria bancaria

  • [1870] Società ordinaria di credito

Fonti archivistiche

  • Archivio centrale dello Stato (Roma)
    MAIC, Direzione generale credito e previdenza, Industrie banche e società
    b. 206, fasc. 1333

Fonti bibliografiche

  • MAIC, Bollettino ufficiale delle Società per azioni (BUSA), dal 1883 (A. 1884)
  • La Corte suprema di Roma: raccolta periodica delle sentenze pronunciate dalla Corte di Cassazione di Roma (A. 1890 (pp. 417-431))

Autore: Enrico Berbenni | Ultima modifica: 29 dicembre 2022