Data di costituzione: 1926
Data di cessazione: 1928
La breve vicenda della Banca di San Massimo di Carignano si può desumere dal carteggio intercorso tra la sede centrale della Banca d'Italia e la sede di Torino. Era sorto all'inizio del 1926 in seguito alla chiusura della Cassa Rurale di Carignano “con la quale era in stretti rapporti di affari“. Anzi, sempre secondo una breve relazione della sede torinese, “pare si sia assunta la sistemazione di alcune importanti operazioni, non troppo regolari, lasciate in sospeso dalla Cassa Rurale“. Direttore del Banco era il rev. don Vittorio Gontero “ricco possidente“ e soprattutto molto influente all'interno della Cassa Rurale nonostante ufficialmente non ne avesse mai fatto parte. La visita ispettiva non aveva dato grandi risultati "dato il disordine contabile e l'assenza di registri essenziali" ma era evidente come la creazione del Banco “avesse avuto l'unico scopo di rendere impossibile l'accertamento delle passività della Cassa Rurale e di ostacolare l'opera della giustizia nelle ricerca delle gravi irregolarità imputate“ al fondatore. Del resto, lo stesso don Gontero, nel dicembre del 1927, rifiutava ripetutamente e ostinatamente di mettere a disposizione degli ispettori della Banca d'Italia il partitario dei depositi passivi. Il Decreto ministeriale del 20 marzo 1928 metteva la parola fine alla vicenda revocando con efficacia immediata l’autorizzazione all’esercizio del credito.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Fonti bibliografiche
Autore: Geoffrey Pizzorni | Ultima modifica: 21 dicembre 2022