Data di costituzione: 11 agosto 1868
Data di fallimento: 1911
Fondata nel 1868 dal senatore e primo ministro Giuseppe Saracco. I primi soci rappresentano l'élite sociale ed economica della città, assicurandosi i posti di comando nella nascente banca, dove accanto al sindaco sedevano coloro che già esercitavano il credito nella zona come i fratelli Ottolenghi o il banchiere Debenedetti. L'Assemblea costituente stabiliva il capitale sociale in 30.000 lire suddiviso in 1.200 azioni del valore nominale di 25 lire ciascuna. Una quota di 300 azioni era riservata ai non residenti ad Acqui e agli enti morali.
Nonostante la forte presenza delle classi più agiate, l'istituto nasceva e poneva tra i suoi mandati di aprirsi alle fasce medio-basse e per questo si era legata ai locali comizi agrari affrendo al loro presidente un ruolo nel Consiglio della banca. I soci erano inizialmente 117 e 394 nel 1875, quindi 897 due anni dopo. Il capitale sociale crebbe nel 1877 a 200.000 lire e nel 1891 a 400.000 lire.
Negli anni Ottanta dell'Ottocento si procedette, su richiesta del Ministero del Tesoro a separare la Cassa di risparmio dall'operatività della Popolare, pur mantenendo la medesima amministrazione e direzione, e cosa ancora più importante la prima doveva investire il proprio denaro raccolto nella seconda. Sembra implicito che la fascia medio-bassa della popolazione dovesse rivolgersi alla Cassa, per questo era posta sotto il diretto controllo della Popolare, la quale le versava annualmente delle sovvenzioni. Delle due filiali di Cortemilia e Agliano, solo la seconda superò l'anno di vita, presagio di cattive prospettive per la Popolare di Acqui. Queste si concretizzarono alla morte di Saracco nel 1907. Quattro anni dopo la situazione era così drammatica da costringere i soci a votare per la messa in liquidazione.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti bibliografiche
Autore: Giacomo Lorandi | Ultima modifica: 19 dicembre 2022