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Credito Agricolo Provinciale

Alessandria (AL)

Data di costituzione: 30 maggio 1921

Data di fallimento: 1927

Alessandria (AL)

Il Credito Agricolo Provinciale (CAP) nasce ad Alessandria il 30 maggio 1921. Il capitale sociale di un milione di lire è sottoscritto dal Credito Biellese (585.000 lire), dal Credito Nazionale di Roma (325.000 lire), dalla Federazione Agraria Casalese (FAC, 20.000 lire) e da dieci privati (70.000 lire), esponenti di primo piano del Partito Popolare, che costituiscoono il Consiglio di amministrazione presieduto da Giovanni Brusasca. Tra i soci compaiono: l'on. Giovanni Brusasca, l'ing. Amedeo Canamozzi, l'avv. Luigi Sericano, il marchese Ignazio Borsarelli di Rifreddo, Luigi di Gropello Tarino, l'avv. Giovanni Viola, l'avv. Pio Occella, il rag. Eugenio Fasanotti, il rag. Umberto Sasselli, l'on. Alessandro Scotti. Il 23 marzo 1922, l’Assemblea dei soci delibera l’aumento del capitale a due milioni, in gran parte sottoscritto dal Credito Biellese. Quest’ultimo comincia a riscontare a Biella il portafoglio del CAP. Il successivo aumento di capitale da due a tre milioni è sottoscritto – con fondi forniti dallo stesso CAP – dalla Società Immobiliare Agricola di Casale, della quale è presidente l’avvocato Ernesto Vellano, che diviene consigliere di amministrazione del CAP e legale della FAC. La Società Immobiliare è in realtà un’emanazione del CAP e della FAC, di cui condivide gran parte dei membri direttivi, con lo scopo di svolgere operazioni che non è opportuno far figurare nei bilanci di queste ultime. Nel 1923 il Credito Biellese vende all’avv. Vellano il pacchetto di azioni del CAP. Lo stesso avviene per le azioni possedute dal Credito Nazionale. I fondi per tale acquisto provengono dalla Società Immobiliare Agricola che vi impiega i versamenti in conto corrente che ad essa fanno le casse rurali di Mirabello e di Cuccaro. Infatti, l’avv. Vellano sostiene di agire per conto di un gruppo di casalesi – rappresentato appunto dalla Società Immobiliare Agricola – che intendono impadronirsi della maggioranza del CAP.
Negli anni successivi la CAP risulta essere un istituto capillarmente diffuso sul territorio con 22 filiali e 17 recapiti. È anche presente a Genova, da cui però poi si ritira per concentrare la propria attività in un’area più circoscritta: la filiale genovese si trasforma in un nuovo ente bancario, denominato Banca di Liguria, nella quale il CAP mantiene una modesta partecipazione. Ben presto, tuttavia, il CAP entra in difficoltà a causa del fallimento della FAC, verso cui la banca è largamente esposta (circa 17 milioni di lire). Lo stato di allarme presso i depositanti, che iniziano ad accorrere agli sportelli (nel 1926 il CAP raccoglie 22 milioni di depositi), è peraltro aggravato dai contemporanei dissesti in provincia della Banca Pistarino di Castellazzo Bormida, della Banca Robotti di Cassine, della Banca Alessandro III di Alessandria, della Banca dell’Italia Settentrionale con le sue filiali a Tortona, Pontecurone e S. Sebastiano Curone, e della Banca Popolare Italiana con le sue svariate filiali nell’Alessandrino. Una situazione patrimoniale del CAP risalente al 1927[?] riporta un attivo di 38 milioni e un passivo di 66 milioni, con una perdita netta valutata di 28 milioni. Il CAP è infine costretto al concordato preventivo, da cui emerge un nuovo istituto, la Banca della Provincia di Alessandria (nata per gestire la liquidazione del CAP).


Numero del tribunale: AL 745

Sede legale

  • Alessandria (AL)

Capitale sociale

  • [1921] 1.000.000 Lire italiane
  • [1922] 2.000.000 Lire italiane
  • [1926] 3.000.000 Lire italiane [Probabilmente portato a 3 milioni negli anni precedenti]

Forma giuridica

  • [30 maggio 1921] Società anonima

Categoria bancaria

  • [30 maggio 1921] Società ordinaria di credito

Fonti archivistiche

  • Camera di commercio di Alessandria e Asti - sede di Alessandria (Alessandria)
    Cancelleria commerciale del Tribunale di Alessandria - Registro delle società commerciali
    Registro n. 6
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia, sottofondo Vigilanza (1926-1961)

Fonti bibliografiche

  • Banche e sviluppo economico nel Piemonte meridionale in epoca contemporanea. Dallo Statuto albertino alla caduta del fascismo, 1848-1943, Bermond Claudio (a cura di), Torino, Centro Studi Piemontesi, 2001

Autore: Enrico Berbenni | Ultima modifica: 19 dicembre 2022