Fondata nell’agosto del 1853 da banchieri setaioli di minore rilevanza, la Cassa di Sconto ha sede a Torino e succursale a Genova. Il primo Consiglio di amministrazione è composto da Pietro Brambilla, Gilberto Dumontel, Gustavo De Fernex, Felice Genero e Montò Giuseppe. Con un capitale modesto (un milione di lire) e dopo alcuni anni di scarsi affari (nel giugno 1856, a fronte di un capitale nominale elevato a 2 milioni e versato per 1,5, e di depositi raccolti per un altro milione e mezzo, stava un portafoglio cambiali di appena 2,1 milioni e quasi un milione di fondi pubblici propri o in deposito dietro anticipazione), tenta di convertirsi alle operazioni mobiliari, relegando in secondo piano le operazioni di credito a breve. Con R.D. 3 settembre 1856 viene approvato un aumento del capitale a 8 milioni e nel gennaio dell’anno successivo l’Assemblea sociale modifica lo statuto per permettere interessenze in società legate al commercio serico e l’acquisto diretto, senza limitazioni, di azioni e titoli. La Cassa di Sconto di Torino, come pure la consorella genovese (sorta nel settembre 1856 dal distacco della ex filiale della Cassa di Sconto torinese, con cui mantiene peraltro un forte legame di affari) entra nel nuovo Regno con il peso di affari per il momento non ancora sviluppati e fermi. All’inizio del 1858 si prospetta un progetto di fusione con il Banco Sete, altra banca torinese il cui capitale era stato reso inoperoso dalla crisi serica all’inizio del 1858. Per il momento non se ne fa nulla, ma intanto i banchieri provvedono a scaricare parte delle azioni inesitate sulle altre banche, secondo una prassi ormai collaudata: all'Assemblea del 30 agosto 1858, i due maggiori azionisti del Banco Sete sono infatti la Cassa di Sconto di Torino (3.470 azioni, pari al 21,7% del capitale del Banco) e la consorella genovese (2.000 azioni, 12,5% del capitale).
Nel 1863 si fonde con il Banco Sete dando vita al Banco di Sconto e di Sete.