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Cassa di Risparmio di Biella

Biella (BI)

Data di costituzione: 24 agosto 1856

Data di fusione per unione: 1994

Biella (BI)

Altre denominazioni

  • Cassa di Risparmio per la Città e Provincia di Biella [1856]
  • Cassa di Risparmio di Biella [1936]

La Cassa di Risparmio per la Città e Provincia di Biella fu fondata dal vescovo di Biella, mons. Giovanni Pietro Losana, l'11 agosto 1856, il quale scrisse una lettera al sindaco di Biella, Felice Coppa, esortandolo a comunicare al Consiglio comunale la sua volontà di istituire una Cassa di risparmio, per favorire il piccolo risparmio individuale a fini previdenziali ed educare anche la gente più modesta alla parsimonia, in particolare appartenente alle classi lavoratrici. Monsignor Losana metteva a disposizione della nuova istituzione 30.000 lire "nuove di Piemonte". La destinazione dei guadagni era non tanto la beneficienza diretta, quanto il sostegno alle realtà culturali e sociali esistenti sul territorio biellese.
Il Regio Decreto di approvazione fu firmato dal re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, il 24 agosto 1856, dando così il via alle operazioni per costituire il primo Consiglio di amministrazione della neonata "Cassa di Risparmio per la Città e Provincia di Biella" e il primo presidente fu il cav. Giuseppe Arnulfo, deputato del Parlamento Subalpino. La prima sede fu nell'odierna piazza Fiume, allora nota come piazza delle Erbe. L'apertura al pubblico avvenne il 16 novembre 1856, accompagnata da una capillare campagna di affissioni promozionali in tutto il territorio. Gli sportelli erano aperti solo due giorni alla settimana (il giovedì e la domenica). Nel 1877 gli uffici della banca si trasferirono all'angolo tra le odierne via Seminari e via Arnulfo. La prima sede di proprietà fu l'oratorio della Chiesa di San Filippo (fu acquistata nel 1908 ma divenne operativa solo dal 1913). Nel 1911 furono aperte le prime succursali a Masserano e a Cossato. Nel 1917 la Cassa di Risparmio di Biella si spostò nella sua sede storica, la Villa Maglioli nell'allora via XX Settembre (oggi via Gramsci), acquistata nel 1916 con una spesa di 100.000 lire.
Nel 1970, come altri istituti, fu coinvolta nella stampa di miniassegni in sostituzione delle monete metalliche che in quel periodo scarseggiavano.
Con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 settembre 1984 la Cassa di Risparmio di Biella ha incorporato il Monte di Pietà di Biella, continuando di fatto ad offrire le medesime prestazioni, in particolare il prestito su pegno.
Nel 1992 la Cassa di Risparmio di Biella è mutata nella Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella è impegnata nell'incentivare lo sviluppo della cultura del risparmio tra le classi popolari e meno abbienti in un'ottica più ampia di sostegno delle attività economiche e di promozione dell'intero territorio biellese. In seguito al Decreto del ministro del Tesoro dell'8 luglio 1992 la Fondazione ha iniziato a svolgere appieno la propria attività secondo gli scopi statutari. È tra le fondazioni medio-grandi in ambito nazionale, con un patrimonio di circa 258 milioni di euro. L'attività creditizia dal 1992 è stata scorporata e assegnata alla Cassa di Risparmio di Biella Spa, quindi dal 1994 Biverbanca, dopo la fusione per unione con la Cassa di Risparmio di Vercelli.


Sede legale

  • Biella (BI)

Capitale sociale

  • [24 agosto 1856] 30.000 Lire italiane

Forma giuridica

  • [24 agosto 1856] Istituto di credito
  • [1991] Società per azioni [Cassa di Risparmio di Biella S.p.A]
  • [1991] Fondazione [Fondazione Cassa di Risparmio di Biella]

Categoria bancaria

  • [24 agosto 1856] Cassa di risparmio ordinaria

Fonti archivistiche

  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia, sottofondo Vigilanza (1926-1961)

Fonti bibliografiche

  • Gozzini Umberto, Dizionario delle banche, banchieri e casse di risparmio d'Italia, Ancona, Stab. Tipografico del commercio, 1924
  • ABI, Annuario delle banche e finanziarie, dal 1994

Soggetto incorporato

Soggetto con cui si fonde

Soggetto risultante dalla fusione

· BiverBanca

Albero genealogico

Autore: Giacomo Lorandi | Ultima modifica: 09 gennaio 2023